Da Hummels a Soulé e Saud (non pronti o poco adatti): è una rosa piena di equivoci
Rassegna stampa
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Nella Roma degli equivoci, tattici e tecnici legati ad un mercato a dir poco opinabile, Juric va messo un attimo da parte.
Il tecnico croato ha tentato di gestire al meglio una squadra che in molti ruoli ha dei buchi. Dagli esterni al vice Dovbyk (che oggi è Shomurodov per il quale è stato trovato un accordo per estendere l’intesa sino al 2027) c’è solo l’imbarazzo della scelta. Juric non lo ammetterà nemmeno sotto tortura, volendosi giustamente giocare le sue carte, ma il nodo è tutto qui. E si riverbera inevitabilmente sui singoli.
Questa era una squadra costruita male per De Rossi, che era riuscito tra mille difficoltà a mettere bocca su determinate scelte; figuriamoci per il tecnico di Spalato, arrivato a giochi fatti. Sono tre mettendo da parte per un attimo Dybala, i casi più eclatanti: Abdulhamid, Soulé e Hummels. Nonostante Ghisolfi abbia dichiarato come la Roma abbia 7 esterni, i titolari sono due (Celik e Angeliño) che lo scorso anno erano riserve. E a forza di giocare, è inevitabile che paghino dazio. Così si spiega la necessità – con Saelemaekers ai box – di testare il saudita. Che definirlo anarchico è un complimento.
Viste le condizioni di Hermoso, possibile che Hummels non abbia 20 minuti nelle gambe? Dopo un mese di allenamenti quotidiani, un professionista che a giugno ha giocato la finale di Champions e che in carriera ha imparato a gestirsi, non può dare un contributo all’attuale difesa della Roma?
Soulé, invece, è stato definito un equivoco da Juric. Tradotto: non si può chiedere a un ragazzo venuto dal Frosinone di diventare il leader tecnico della Roma, soprattutto se chi gli avrebbe dovuto lasciare spazio è rimasto (Dybala). Gli era stato promesso un ruolo centrale nel 4-3-3; si ritrova a cercare, senza trovarla, una posizione nel 3-4-2-1. Un altro equivoco. L’ennesimo.