Déjà vu Roma, dai banditi alla paura e le bestie: Juric tenta l’all-in finale

Déjà vu Roma, dai banditi alla paura e le bestie: Juric tenta l’all-in finale

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FOCUS RS (di Nicolas Terriaca) – Non è José Mourinho ma Ivan Juric alla vigilia di Roma-Dinamo Kiev: ”Non abbiamo una mentalità vincente: non è da Roma, nemmeno da squadra di livello inferiore”. Nelle vesti di Giove, il tecnico croato ha squarciato la quiete comunicativa, portata avanti fino alla sconfitta contro l’Inter, con una tempesta ricca di fulmini rivolti alla squadra.‘Potrei attaccarmi a delle scuse, così come i giocatori, ma è da deboli.

Noi dobbiamo arrivare alla partita e mangiarli: c’è bisogno di diventare delle bestie. Cambiano gli allenatori, le parole ma il concetto è il medesimo: i calciatori della Roma hanno poca personalità e una mentalità non adatta a raggiungere obiettivi ambiziosi.

Le dichiarazioni di Juric sono un déjà vu preoccupante. Il 9 gennaio 2022, Mourinho fu chiarissimo: ”Pensavo fosse più facile. Il gioco che abbiamo fatto è frutto del talento, ma ci sono delle mancanze in termini di personalità. La squadra non ha leadership, non ha gente con una forte mentalità per mantenere il controllo. Ho detto ai ragazzi che devono venire nella mia direzione, non sono io che devo andare verso di loro sotto il profilo psicologico”.

Il tecnico portoghese, 12 gare prima di essere esonerato, il 25 novembre 2023, parlò ancora di mentalità: ”C’è gente alla quale piace il conforto di casa perché gli manca, il papà, la mamma o la nonna che gli fa il dolce. Abbiamo un pochino questo problema qua. Fuori casa ci manca un po’ di mentalità: non siamo una gang di banditi come altre squadre che ho allenato. Dobbiamo cambiare qualcosa a livello di mentalità perché trovarla non è facile”. Insomma se non ce l’hai difficilmente la situazione può cambiare a lungo termine. Una scossa, un rigurgito di orgoglio, già visto in passato, potrà anche esserci ma, in un campionato di 38 partite, i limiti psicologici puntualmente emergono.

Una carenza strutturale di cui ha parlato anche Daniele De Rossi, il 1° settembre, dopo il pareggio contro la Juventus, una gara prima di essere esonerato: ‘Eravamo partiti molto bene, poi forse la forza degli avversari ci ha messo un po’ paura. Con l’Empoli abbiamo fatto i primi otto, nove minuti molto bene nella metà campo loro. Poi ci hanno fatto un contropiede e uno schema bello su calcio d’angolo: abbiamo rischiato di prendere gol, ci siamo impauriti ed è diventato un primo tempo brutto, lungo, lento. Dovremo mettere le nostre letture di calcio di fronte alla paura”.

Mancanza di leader, poca personalità, comfort zone, gang di banditi, paura, fame, mentalità non vincente e bestie: tra costatazioni e richieste, la conferenza di Juric è solo un déjà vu inquietante. Un allarme fatto suonare da Mourinho e De Rossi che, in poco tempo, ha portato all’esonero di entrambi. Il tecnico croato ha percepito che sta camminando su un filo e che basta un soffio di vento per farlo cadere nel dimenticatoio dei Friedkin. Ecco l’all-in finale, lo stesso tentato da Mourinho e De Rossi: o si esce dalle sabbie mobili della mediocrità o le ambizioni della Roma sprofonderanno nel nulla.