
Roma-Milan a prezzi ‘impopolari’: ecco le motivazioni dei rincari
Tifosi
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FOCUS RS (di Francesco Oddo Casano) – Entusiasmo, sold out a ripetizione e uno stadio riempito all’inverosimile per un anno e mezzo.
La passione della tifoseria romanista, a dispetto di una campagna acquisti che causa restrizioni UEFA si annunciava particolarmente complessa, si è tramutata in un numero di abbonati in campionato che non veniva raggiunto dai primi anni 2000, quando in campo Totti affiancava Batistuta e Montella. 40 mila tessere staccate in poche settimane, che hanno spinto il club giallorosso a chiudere la campagna abbonamenti anzitempo, per lasciare ovviamente spazio durante la stagione anche a chi non aveva possibilità di abbonarsi.
I prezzi degli abbonamenti sono rimasti quasi del tutto invariati. Un aumento leggero in tutti i settori che non ha però comportato polemiche, anche perché abbonarsi conviene viste le promozioni e le prelazioni previste per le Coppe.

Ciò che invece ha prodotto in queste ore particolari proteste via social e nelle radio è il prezzo medio dei biglietti del primo big match della stagione, la sfida col Milan in programma alla terza giornata. E mentre Roma-Salernitana è praticamente già sold out, sulla gara contro i rossoneri più di qualcuno ha sottolineato un rincaro eccessivo dei prezzi dei biglietti. Un aumento di circa il 20% rispetto alla media dello scorso anno nelle stesse partite, con prezzi ‘non più popolari’ nei settori popolari dello stadio.
La Roma non nasconde di aver scelto di aumentare i prezzi dei tagliandi nelle gare di cartello, ma una logica c’è. In primis la volontà è quella di premiare chi a scatola chiusa ha deciso di abbonarsi. Poi c’è una doppia motivazione di ragione logistica: in occasione del lancio della campagna abbonamenti, la società ha annunciato la riduzione dei posti in Tevere (quasi 2 mila) a causa di alcuni lavori nel settore programmati da Sport e Salute (e non ancora formalmente iniziati). Questi posti invendibili rispetto allo scorso anno produrranno una contrazione dei ricavi da botteghino di quasi 1 milione di euro e questo ha portato ad un inevitabile rincaro sul prezzo dei biglietti. In più la società giallorossa ha chiesto da diverse settimane alla Questura di poter mettere in vendita circa 1200 posti che per motivi di ordine pubblico non sono disponibili nelle due curve, al contrario di quanto accade – senza alcuna logica stringente – in finale di Coppa Italia. Una richiesta a cui nessuno però ha ancora dato risposta. Moltiplicate oltre 3 mila posti in più per 19 gare di campionato ed è facile constatare quanti ricavi in più la società potrebbe ottenere.
Ultimo elemento, che ritorna, è il numero di abbonati: 40 mila tessere significa meno biglietti da vendere e quindi per comprensibili logiche di mercato, meno disponibilità c’è più i prezzi lievitano. I prezzi dei biglietti nelle gare di cartello sono sempre stati più alti in media rispetto alle gare generiche. E non è escluso che nelle prossime settimane ci siano valutazioni sui prossimi big match, con oscillazioni di prezzo possibili in base a diverse variabili. La società è sempre stata sensibile alle istanze dei tifosi e sicuramente la protesta di queste ore non è passata inosservata. Se questa politica pagherà lo scorporeremo nelle prossime settimane, ricordando che lo stadio in questi mesi è stato pieno sempre a dispetto di risultati non straordinari in campionato e che disperdere questo valore di affetto sarebbe comunque un errore.