Bove: ”Andrei a giocare anche all’estero. Inconcepibile l’idea di smettere”

Bove: ”Andrei a giocare anche all’estero. Inconcepibile l’idea di smettere”

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Edoardo Bove ha rilasciato un’intervista al podcast ‘Passa dal BSMT di Gianluca Gazzoli.

Di seguito un estratto delle parole del centrocampista cresciuto nel vivaio giallorosso che, dopo il malore durante Fiorentina-Inter, sta cercando di capire dove poter continuare a giocare.

Sul giocare col defibrillatore in Italia.
“È un argomento che sto tutt’ora approfondendo. La legge italiana non permette di giocare a calcio con il defibrillatore ma non è una questione medica. Per questo all’estero certi Stati consentano la pratica agonistica. Nel futuro dovrò fare delle visite importanti che mi diranno se posso toglierlo e, in caso, cosa dovrei fare. Poi conta anche la salute mentale perché se io non mi sentissi sicuro senza allora cambierebbe tutto. Non c’è ancora nulla di definito quindi e questo mi fa ben sperare nel futuro. Se andrei all’estero? Sì perché lo devo a me e a tutti i sacrifici che ho fatto. Non mi sentirei di mollare, sono ancora giovane. Dopo il malore ho sentito subito Eriksen, è stato molto carino e mi ha dato tanti consigli”.

Sul momento più difficile e la possibilità di terminare anzitempo la carriera da calciatore.
“L’idea di smettere di giocare a calcio per me è inconcepibile. La mia vita è sempre girata attorno a quello: io so chi è Edoardo con il calcio, ma senza… Ho pausa di scoprirlo, ho paura che quella versione di me non mi piaccia o non piaccia alla mia famiglia”.

Sul rapporto con i compagni.
“Mancini, Pellegrini, Cristante e Dybala mi hanno dato tanti consigli all’inizio. Ma penso sia ciò che succede in ogni ambiente lavorativo. Le dinamiche di uno spogliatoio sono molto più semplici di quanto uno pensi. Gli allenatori poi sono stati fondamentali nella mia crescita. De Rossi? Io ho avuto il papà Alberto in Primavera e Daniele in prima squadra. Lui è molto portato per fare l’allenatore e sono convinto che farà una grande carriera”.