Poggi a RS: ”Il campo è il riflesso della società. La mia Roma in trasferta giocava con il freno”
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Paolo Poggi, ex calciatore della Roma (2000-2001) e dell’Udinese (1994-2000), che fino al 2022 è stato direttore tecnico del Venezia è intervenuto ai microfoni di Retesport.
La Roma in cui hai giocato, dal 19 dicembre 1999 al 14 maggio 2000, non vinse per 12 trasferte consecutive (7S, 5P): a cosa era dovuto questo rendimento e che idea ti sei fatto del tabù dell’attuale squadra giallorossa?
Quella Roma era una squadra molto forte ma l’andamento tra casa e trasferta era altalenante. Sembrava che si giocasse con il freno come se il risultato fosse già scontato perché c’erano delle difficoltà oggettive. Quella Roma stava ponendo le basi, a livello di mentalità, con Capello per vincere lo scudetto l’anno successivo, facilitato dall’arrivo di campioni come Batistuta.
Prosegue Paolo Poggi.
La differenza è che ora la squadra ha cambiato tanto e non ha avuto una struttura solida su cui lavorare. I cambiamenti a volte fanno bene ma non cementano una mentalità, un gruppo soprattutto in squadre importanti come la Roma possono comportare dei rischi. Bisogna affidarsi alle individualità e alla qualità dei calciatori: è difficile perché il campo è il riflesso di quello che succede in società.
Dovbyk–Lucca? Lucca deve trovare continuità a Udine: sta facendo bene. Dovbyk è un ottimo giocatore ha discreti numeri malgrado la situazione della squadra sia deficitaria rispetto alle ambizioni che dovrebbe avere.
Udinese? Si salverà tranquillamente, è una squadra che ha qualità. Ha scelto un allenatore che ha portato consapevolezza ed equilibrio. Ci sono giocatori forti come Thauvin, Lucca e Bijol. L’Udinese è tornata a lavorare come ha fatto in passato cercando di dare stabilità, un ingrediente fondamentale per costruire qualcosa.