Smalling-Roma, il matrimonio proseguirà. Zaniolo ed El Shaarawy in bilico: le ultime
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FOCUS RS (di Francesco Oddo Casano) – Non solo mercato in entrata e in uscita.
Se per Cristante si tratta solo di ratificare un accordo trovato tra Pinto e Riso nelle scorse settimane, le situazioni più spinose sono quelle di Smalling, Zaniolo ed El Shaarawy. Il centrale inglese, salvo clamorose sorprese, rimarrà alla Roma. Il suo ruolo di titolare inamovibile nello scacchiere di Mourinho e il ritorno al top della condizione negli ultimi 15 mesi, ha convinto la società ad estendere il contratto del britannico che scade a giugno.
Smalling vanta un’opzione di rinnovo unilaterale che potrà far valere alle attuali cifre (3.5 milioni netti) per un’altra stagione ma è possibile che Pinto incontri nelle prossime settimane i suoi agenti per spalmare questa cifra su un biennale.
Intricata invece è la situazione Zaniolo: la scorsa estate il 22 sembrava destinato a partire, ma la Roma ha eretto un muro economico altissimo, che nessuna società è riuscita a incrinare o superare. La scadenza 2024 pone inevitabilmente una deadline naturale alle contrattazioni e al momento non sono previsti in agenda nuovi incontri tra Pinto e Vigorelli. La distanza economica tra le parti è ormai nota a tutti, non sono stati fatti passi avanti sensibili e non è da escludere che la società stia realmente riflettendo sul rendimento dell’attaccante che ormai da un anno e mezzo gioca con regolarità ma ha uno score, soprattutto in campionato, decisamente al di sotto delle aspettative.
El Shaarawy è al momento il calciatore più vicino all’addio. Non è mai stato considerato un titolare inamovibile da Mourinho e il suo ingaggio da 3.5 milioni pesa enormemente rispetto al suo status di prima riserva. Salvo ripensamenti, difficile immaginare ad oggi un prolungamento a meno che non si offra al calciatore una sostanziale riduzione (intorno al milione e mezzo di euro) per un paio di stagioni. Il Faraone a Roma sta bene, ma questa volta non dipende solo da lui.
In assoluto la Roma difficilmente tratterà tutte queste situazioni prima della primavera inoltrata. Sulla questione rinnovi, i Friedkin hanno sempre dettato una linea chiara: prima i risultati sul campo, poi le singole contrattazioni. Esempio in questo senso quanto accaduto per due anni di fila con Mkhitaryan, la cui vicenda personale è sempre stata affrontata a giugno, con alterne fortune.