
Roma-Lazio, goliardia e sfottò da conservare. Dalla violenza al ricordo delle SS naziste: ecco il vero problema
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FOCUS RS (di Nicolas Terriaca) – Finisce il derby della Capitale tra Roma e Lazio e iniziano le polemiche.

Sfottò, esultanze con maglie speciali e festeggiamenti poco sobri rappresentano il cuore della sfida eterna fra Roma e Lazio. Il calcio senza tutto questo assume i connotati di uno sport plastificato. La condanna mediatica al comportamento di Gianluca Mancini scaturisce dall’epoca in cui viviamo dove il politicamente corretto, il moralismo e la retorica sono protagonisti. La Procura Federale ha aperto un’inchiesta che potrebbe portare a un verdetto che va da un’ammenda a una squalifica per il difensore romanista. Mancini improvvisamente é diventato il simbolo dei comportamenti che devono essere estirpati dal calcio. Pena esemplare per chi ha una condotta irrispettosa verso l’avversario. Il tribunale dei social ha già deciso.
I comportamenti da condannare con fermezza sono altri e il derby di Roma li ha portato con sé. Gesti che hanno mancato di rispetto all’umanità. Dagli scontri fra tifosi prima del derby all’aggressione di alcuni supporter laziali ai veicoli adibiti al trasporto dei sostenitori romanisti disabili nell’ambito dell’iniziativa dell’AS Roma “Superiamo gli ostacoli”. In mezzo a tale scempio, l’ex difensore biancoceleste Radu ‘ha pensato bene’ di presentarsi allo stadio Olimpico con una felpa della Lazio con il simbolo delle SS naziste.
Un calcio in faccia all’umanità. Il problema di questo sport forse non risiede nei festeggiamenti di Mancini ma nel non stigmatizzare tramite pene esemplari chi si rende protagonista di alcuni scempi per la specie umana.