Juric e la contraddizione dopo appena 25 ore: perché far giocare chi non riesce ad allenarsi?

Juric e la contraddizione dopo appena 25 ore: perché far giocare chi non riesce ad allenarsi?

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FOCUS RS (di Nicolas Terriaca) – La Roma vince ma non convince contro il Venezia (2-1). Cristante e Pisilli hanno firmato la rimonta giallorossa ma la prestazione della squadra di Juric è stata per lunghi tratti imbarazzante.

I capitolini, per più di un’ora, hanno disputato una gara sottotono senza idee, ritmo ed equilibrio: notevoli passi indietro rispetto alle ultime partite. Solo l’imprecisione del Venezia e un monumentale Svilar hanno evitato un epilogo triste.

I cambi effettuati al 58° da Juric hanno dato intensità, elettricità a una formazione amorfa: Pisilli e Baldanzi hanno acceso la luce. Quando due sostituzioni rivoluzionano l’andamento della partita, una domanda si pone spontanea: scelte iniziali errate o cambi vincenti?

Perché far giocare chi non si allena per problemi fisici?

Juric, prima della gara contro il Venezia, è stato chiaro in merito alle decisioni da prendere per mantenere sempre una squadra frizzante: La Roma deve giocare ad alta intensità, sempre. Non ci può essere una situazione in cui giochi al 70%, vuol dire che la squadra deve giocare sempre al massimo se vuole ottenere dei buoni risultati”. Il tecnico croato, però, dopo appena 25 ore, si è smentito.

Perché lasciare in panchina calciatori che stanno attraversando un buon periodo di forma per farne giocare altri che hanno svolto solo l’allenamento di rifinitura? In questo caso si tratta di Pellegrini, ma il discorso è generalizzato: chi non è in grado di aiutare la squadra sul piano del ritmo e della qualità, perché non al meglio, soprattutto quando ci sono alternative, non deve partire dal primo minuto. I motivi sono semplici: si reca un danno alla Roma e il calciatore viene esposto automaticamente al pubblico ludibrio.

L’unica eccezione, dato lo spessore tecnico, è Dybala: ‘Quando c’è Paulo in alcuni momenti bisogna lasciar fare a lui, è di un livello impressionante e riesce a far giocare la squadra”. Come ha detto Juric, la Joya è il sole della Roma e tutti i calciatori orbitano intorno a lui. Ecco perché il tecnico croato, soprattutto senza l’argentino, non può fare a meno delle stelle nascenti (Pisilli, Baldanzi), che illuminano il campo, per lasciare spazio a quelle che stanno perdendo la propria luce. Spazio a chi merita.