
Giovani allenatori, scouting e riservatezza: ecco perché Ghisolfi ha convinto Friedkin
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GHISOLFI – FOCUS RS (di Francesco Oddo Casano) – La Roma finalmente ha scelto.
Un nome a sorpresa, come la maggior parte delle nomine apicali decise dai texani in questi anni, che va nella direzione di un management giovane, dinamico e che possa ripartire da una politica più sostenibile.
LE ORIGINI – Nato vicino a Marsiglia il 28 febbraio 1985, Ghisolfi ha disputato una discreta carriera da calciatore soprattutto con la maglia del Bastia nel ruolo di centrocampista. Poi una volta appesi gli scarpini al chiodo, ha intrapreso dapprima il percorso di allenatore lavorando tra le giovanili e il calcio femminile e solo dal 2019 è stato nominato direttore sportivo al Lens, la vera svolta della sua vita sportiva.
Tra valorizzazione di calciatori e scoperte (Fofana, Openda e Danso i nomi più illustri), Ghisolfi ha contribuito a costruire una squadra capace di centrare in pochi mesi la qualificazione in Champions League. L’ottimo lavoro svolto al Lens non è passato inosservato in Francia e a livello internazionale, tanto che il colosso petrolchimico INEOS che detiene la proprietà del Nizza, ha deciso di affidargli il compito di General Manager dell’area sportiva.

FILOSOFIA DI LAVORO – Sì, non si tratta di un semplice ds, come si percepisce dal comunicato ufficiale e dalle prime interviste realizzate dopo il suo annuncio alla guida della direzione sportiva del Nizza: “Più che di grandi giocatori preferirei parlare di grande squadra“ dichiarava un anno e mezzo fa Ghisolfi -“Inizieremo rafforzando l’unità di reclutamento, il settore scouting, lo staff della prima squadra, lo staff della formazione riserve e il modo in cui cerchiamo e inseriamo i giocatori”.
Quindi un’attività a 360 gradi che porterà evidentemente anche a Trigoria una rivoluzione. A parte la CEO Lina Souloukou infatti nella Roma c’è da ristrutturare tutta l’area sportiva, sia dal punto di vista delle figure apicali, sia sul piano dell’attività interna. Dal responsabile del settore giovanile, all’area comunicazione, passando per l’attività di scouting, saranno molte le modifiche da apportare.
Intervenuto ai nostri microfoni, Oscar Damiani, decano dei procuratori italiani e grande esperto di calcio francese, ha dipinto così le qualità di Ghisolfi: “Ghisolfi è molto stimato, ha fatto bene quest’anno con il Nizza è stato al Lens dal 2019 al 2022 riportando in Champions una squadra che non partecipava da almeno 20 anni, ha portato Farioli al Nizza. Roma è una piazza esigente, è vero, ma bisogna dargli tempo”.
Ghisolfi sia al Lens sia al Nizza ha ristrutturato completamente l’area scouting, componendola con profili giovani e attenti a due parametri specifici citati proprio dal giovane dirigente francese in una vecchia intervista: “Come scegliamo i calciatori? I due parametri principali sono i valori umani del ragazzo e la sua eventuale affinità con l’identità del club; poi l’aspetto puramente calcistico legato alle caratteristiche tecnico-tattiche applicata al modello di gioco che l’allenatore vuole portare avanti”.

AFFINITA’ CON ALLENATORI GIOVANI – Sul tema allenatore c’è un’altra importante postilla da fare. Come ricordato da Oscar Damiani, al Nizza Ghisolfi ha puntato su un giovane allenatore come Farioli, ‘ambizioso e particolare‘, portatore di una mentalità calcistica diversa che in questa stagione ha prodotto subito ottimi risultati. L’assonanza tra le carriere di Farioli e De Rossi suggerisce che Ghisolfi – nell’idea di Friedkin – possa essere una figura in grado di sostenere il lavoro del tecnico giallorosso che firmerà un triennale con la Roma.
PROGETTO – Come avvenuto al Nizza, dove l’INEOS – che da poco ha acquistato anche il Manchester United – ha chiesto e ottenuto di razionalizzare un monte ingaggi che era stato appesantito da profili ingombranti e di rendimento discutibile (da Ramsey a Schmeichel, da Barkley a Pepé) per virare su giocatori più giovani e funzionali al progetto tecnico dell’allenatore, anche la Roma sembra proiettata in questa direzione.
Interessante anche lo sguardo che Ghisolfi ha posto sul settore giovanile, altro tassello fondante del lavoro impostato dai Friedkin – in termini di investimenti e strutture – a Trigoria: “Più competenze abbiamo all’interno del nostro club, maggiori saranno le possibilità di raggiungere il successo”, ha detto Ghisolfi a margine della scelta di non lasciare andare il tecnico ad interim che aveva terminato la stagione alla guida della prima squadra, Didier Digard, affidandogli il ruolo di allenatore della squadra Under 21 del Nizza. “Il suo è stato un grande lavoro, adesso sta per prendere il patentino e penso sia l’uomo perfetto per sviluppare i nostri giovani: la nostra idea è che lavori con Francesco per sviluppare quei ragazzi che vengono aggregati in prima squadra anche senza giocare. La nostra squadra riserve è in Regionale 1: è un’ottima opportunità per la crescita dei ragazzi”, raccontava all’inizio di questa stagione, quando ancora in Francia ci si interrogava sull’opportunità di non proseguire con Digard, autore di una buonissima seconda parte di stagione, per puntare su Farioli.
Ghisolfi ama lavorare lontano dalla luce dei riflettori. Difficilmente realizza interviste e questo lato riservato è un altro aspetto che ha sicuramente colpito i Friedkin che, come noto, prediligono un basso profilo in termini di comunicazione ed esposizione mediatica: “è la mia natura. Non ho bisogno della luce per essere felice. Voglio essere valorizzato nel mio lavoro, ma voglio che lo sia anche nel successo del club in cui lavoro. Per questo preferisco l’ombra” ha dichiarato Ghisolfi.