
“Juve, ancora bagarinaggio ultrà”. Ora si muove la Procura della Figc
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IL FATTO QUOTIDIANO (C.Tecce) – L'ex ultrà Bryan Herdocia, sigaro fumante e occhialoni a specchio, confessa a Report che attorno alla Juventus non s'è mai smesso di frullare denaro col bagarinaggio: biglietti venduti con pesanti rincari anche per l'esordio in campionato con la Lazio e la trasferta di Champions League a Valencia.
La Juventus non è coinvolta nel processo Alto Piemonte, i pm di Torino non hanno indagato i dirigenti bianconeri o il presidente Andrea Agnelli, ma il club ha subìto una condanna sportiva, mitigata nei vari gradi di giudizio della Federcalcio. Il figlio di Umberto s'è beccato una squalifica di tre mesi e la società una multa di oltre mezzo milione di euro. Il Tribunale federale ha punito il bagarinaggio autorizzato dalla Vecchia Signora con l'assenso di Agnelli, però ha accolto la versione della Juve: il club era ignaro della caratura criminale di Rocco Dominello, secondo i magistrati esponente della cosca Pesce-Bellocco di Rosarno, fondatore del finto gruppo ultrà i "Gobbi", cinque anni di carcere in appello per associazione a delinquere di stampo mafioso. Otto anni e otto mesi per il padre Saverio, che di recente ha dichiarato di essersi dissociato dalla 'ndrangheta nel 2012. Lo scandalo sui biglietti, gli ultras e le 'ndrine ha logorato il sodalizio tra il presidente Agnelli e l'ormai ex amministratore delegato Beppe Marotta. John Elkann, il cugino di Andrea, ha tentato di sfruttare la vicenda per rinnovare la società assieme a Marotta. Ha vinto Andrea. Per ora.