Molto amato da chi lo allena, contestato da chi fa il tifo: Lorenzo e l’eterna rincorsa
Rassegna stampa
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Nel giorno in cui il calendario dà una carezza ai tifosi della Roma, l’esordio in azzurro dell’ultimo gioiello, Niccolò Pisilli, nello stesso 10 ottobre in cui debuttò un certo Francesco Totti, il capitano giallorosso di oggi e il 10 dell’Italia vive una serata al contrario.
prendersi i fischi a casa propria, ancora una volta: un cartellino rosso, una vita alla rovescia, Olimpico amato e maledetto, il giorno scambiato con la notte. Come scrive La Gazzette dello Sport, è come se Pellegrini non riuscisse a stare dietro all’amore. Come se sentisse un peso sulle spalle che a volte lo affonda. E non dovrebbe. Eppure accade. Accade che tutti gli allenatori per lui stravedono e un motivo evidentemente c’è. Mourinho, De Rossi, Juric e Spalletti. Il ct dell’Italia gli ha affidato un ruolo chiave nel momento più delicato della sua gestione.
Eppure Pellegrini va giù, che quasi non ti spieghi il motivo. Non bastano le carezze, non basta l’amore. Nessuno tocca Pellegrini, tra gli addetti ai lavori. Ma poi ci sono i fischi, una colonna sonora che una parte dell’Olimpico romanista gli riserva ormai a prescindere. Con la Roma ha un contratto da sei milioni di euro complessivi, bonus compresi, in scadenza nel 2026. Vuol dire che o si arriva un accordo entro la prossima estate, o la cessione diventerà un’ipotesi molto concreta. E oggi, tanto per intendersi, il rinnovo non è nell’aria. Nell’aria c’è altro. Salvate Lorenzo, allora. Si salvi anche da solo, appoggiandosi a quel che pensano di lui gli allenatori.