
Liverpool e Siviglia rimangono incubi. Ma la Roma riscopre la gioia dei rigori
Rassegna stampa
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La Roma e i calci di rigore, incubi e gioie fatte in casa e non solo.
Fino a giovedì era quello l’ultimo dolce ricordo degli undici metri all’Olimpico. In mezzo c’è stata la dolorosa finale di Europa League Siviglia-Roma (5-2), ma anche gli ottavi contro l’Arsenal all’Olimpico finiti a oltranza con errore di Tonetto (2009). Oppure, la finale di Supercoppa contro l’Inter a San Siro del 2008 vinta dai nerazzurri dopo che Julio Cesar ha parato il rigore a Juan. Tutti poi ricordano e conoscono la maledetta finale di Champions League contro il Liverpool all’Olimpico del 1984 (5-3). Una finale che ancora fa discutere per gli errori di Conti e Graziani e l’assenza di Falcao dal dischetto. Un momento che ha segnato generazioni di romanisti e che ha annullato quanto di buono fatto prima.
Come le due finali di Coppa Italia in cui il portiere Franco Tancredi si guadagnò il soprannome di “para rigori” per averne neutralizzati ben cinque al Torino in due stagioni consecutive (1979/80 e 1980/81), portando la Roma a vincere due finali di Coppa Italia. Ora c’è Svilar che, appena arrivato a Trigoria (2022), ha tenuto ieri in mano proprio la maglia di Tancredi. Ora Franco gli augura l’in bocca al lupo per il futuro, con la speranza che possa ripercorrere la sua carriera, fatta anche di tante gioie e non solo di Liverpool.