Ultimatum Juric: se salta, Mancini resta in pole
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Due finali, da vincere per tenersi stretta la panchina.
Se non arriverà un cambio di marcia reale nelle due sfide che attendono la Roma tra Europa League e campionato prima della sosta, il verdetto per il croato sarà uno solo: esonero.
Non sono due partite impossibili, contro la decima del campionato belga e la decima del campionato italiano, ma la Roma non è nelle condizioni di poter scendere in campo sicura di se stessa contro nessun avversario.
Aria di cambiamento: arriva Dan
Con l’imminente sbarco a Trigoria della proprietà, che manca a Roma da 50 giorni, si capirà forse meglio non solo la prospettiva di questa stagione ma forse la programmazione a medio-lungo termine.
Le ipotesi al momento sono due: che Juric non sia stato sostituito perchè tra Trigoria, ormai desertificata e Houston (o meglio l’aereo di famiglia che viaggia in giro per il mondo) non siano stati in grado di rintracciare un candidato realmente credibile per dare una scossa, forte a tutto l’ambiente interno ed esterno. Perchè il traghettatore sic et simpliciter sarebbe facile da scegliere, ma in realtà già lo è Juric con un contratto che scadrà tra pochi mesi.
Ergo l’alternativa reale allo scenario uno, appena descritto, è che ci sia in cottura la candidatura di un nome forte, d’alto profilo, in grado di essere manager ma anche frontman della società – vista la contestuale assenza di una dirigenza credibile. E tutte le strade sembrano portare a Roberto Mancini, che ha già espresso il suo gradimento e al quale però non sarebbe proposto un contratto da traghettatore. Dietro Mancini le suggestioni Lampard e Paulo Sousa (come suggerito ancora da Leggo questa mattina) che però arrivano da esperienze decisamente negative in Europa. Nessun contatto con Ranieri né tantomeno con De Rossi che nel suo ultimo giorno negli Usa è andato a far visita al Roma Club New York.
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