Comi a RS: ”Crocevia per Juric. Le squadre che funzionano hanno dirigenti competenti ed esperti”
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Antonio Comi, dal 2011 al 2021 direttore generale del Torino, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di Retesport.
Il primo anno a Roma è stato molto bello: si giocava al Flaminio, perché lo stadio Olimpico era in fase di ristrutturazione e arrivammo 5°, ricordo con affetto il derby vinto in casa. Nelle coppe abbiamo sempre fatto molto bene, arrivammo in finale di Coppa Uefa contro l’Inter che poi sappiamo purtroppo come è finita.
Juric? Ci siamo sfiorati poi io non feci più parte del Torino mentre lui iniziò il percorso granata. Il tecnico croato incarnava quello che volevano i tifosi del Toro, un battagliero che aveva tutte le caratteristiche per stare sulla panchina granata, infatti, ha fatto 3 anni costruendo molto, anche se non è riuscito a raggiungere l’Europa. Le squadre di Juric hanno sempre la loro fisionomia, però, a Roma non è facile sostituire un simbolo come De Rossi, in una piazza che, dopo risultati poco convincenti, è pronta a contestare.
Perché in Italia c’è la continua ricerca di dirigenza stranieri? Dovrebbero rispondere i presidenti. Sono stato un privilegiato a lavorare nel Torino in cui sono cresciuto.
Roma-Torino? I giallorossi non possono sbagliare. I granata, invece, per ambire a risultati importanti, devono fare risultato. Entrambe le formazioni hanno qualità, verrà fuori una partita tattica ed energica.
La Roma potrebbe subire il centrocampo del Torino? Potrebbe subire il Torino come squadra. Contro il Como, la formazione di Vanoli ha fatto giocare l’avversario è stata pronta a colpirlo in contropiede e ha vinto. La partita non è stata bella ma molto pratica. Per Juric sarà un crocevia importante.
Juric? Ha fatto un ottimo lavoro a Torino, poi nel periodo finale, quando non ha voluto firmare il rinnovo, i rapporti con la piazza si sono incrinati.
Quanto incide l’assenza di dirigenza all’interno di uno spogliatoio? Le squadre che funzionano hanno dirigenti competenti ed esperti. Nel Milan, ad esempio, con Maldini e Massara c’erano persone rispettate dal gruppo e questo fa sì che l’ambiente è più sereno, vero e calcistico. Tutte queste cose sono un po’ anacronistiche per alcuni presidenti che vogliono assumersi tutte le responsabilità.