Villar: ”Spero di tornare alla Roma. Mou? Un onore giocare per lui”

Villar: ”Spero di tornare alla Roma. Mou? Un onore giocare per lui”

Interviste

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Villar tornerà nella Capitale poiché il Getafe ha deciso di non investire i 3,5 milioni per il diritto di riscatto.

Il classe 98 ha rilasciato un’intervista a Cronache di Spogliatoio nella quale ha parlato dell’esperienza a Roma e del suo futuro. Di seguito le dichiarazioni del centrocampista spagnolo che in apertura ricorda l’ottima prestazione contro l’Inter (2-2) agli ordini di mister Fonseca.

“Non sapevo nemmeno che minuto fosse ma ero talmente sicuro di me stesso, in quel periodo, che sapevo di poter fare quella giocata. Con Fonseca giocavo sempre, avevo tanta fiducia in me stesso e sapevo che era ricambiata da allenatore e compagni. Quando ti senti così bene fisicamente e mentalmente puoi solo fare bene. A fine partita, dopo aver aperto Instagram, ho visto il messaggio di Álvaro Morata. Mi disse che stava guardando la partita insieme ai compagni della Juve e che ero piaciuto molto a tutti”.

Sul futuro?
“Spero di poter tornare alla Roma, dove ho ancora un anno di contratto, e di giocarmi le mie carte, dimostrando il mio valore. Penso che, visti i tanti infortuni di quest’anno, avrei potuto dare una mano. Sarebbe un onore per me tornare a far parte di quel gruppo e poter giocare agli ordini di Mourinho, uno dei più grandi allenatori degli ultimi vent’anni. Fosse per me partirei ora per poter essere domani a Trigoria”.

Su Mourinho?
“Per Mou nutro grande rispetto. Mi disse subito, dal primo giorno, che preferiva centrocampisti con doti diverse dalle mie. Io ho cercato in tutti i modi di farmi notare in allenamento ma purtroppo non è andata bene. Complessivamente la mia vita a Roma è durata il tempo di una stagione completa; nonostante ciò faccio sempre il tifo per loro, ho seguito tutte le partite, compresa la finale persa”.

Come hai deciso di partire per il prestito?
“Quando rimani fuori per tanto tempo, nasce dentro di te una sorta di ansia di giocare; molto spesso, purtroppo, questa è una cosa negativa perché ti porta a essere insicuro e timoroso in campo. La serenità, quando si è in campo, è una degli aspetti principali, soprattutto per un giocatore come me che ama toccare tanto il pallone”.

La parentesi alla Samp?
“È stata un’annata difficile. Avevamo un gruppo molto affiatato e stavamo molto bene insieme. I risultati però non sono mai arrivati e siamo entrati in una spirale negativa, dove tutto girava contro di noi. Inoltre non vedevamo un euro. Tutto questo mi ha fatto capire che, a volte, non dipende tutto dai giocatori in campo. Non eravamo liberi di testa e tutto ciò che ruotava attorno a noi aveva creato un ambiente negativo. Quando me ne sono andato ho chiesto scusa ai tifosi; sono un ragazzo onesto e so di non essere stato all’altezza della Samp. Loro invece sono stati incredibili e ci hanno sempre supportato, nonostante tutto. Ci tengo a mandargli un abbraccio e sono sicuro che torneranno presto in Serie A”.