
Retroscena Pioli: da candidato forte a nome improvvisamente ‘tagliato’. I motivi
Calciomercato
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Stefano Pioli poteva essere l’allenatore della Roma, ma nel giro di alcune settimane da candidato molto autorevole alla panchina giallorossa, è stato improvvisamente depennato dai Friedkin.
Gianluca Di Marzio, noto esperto di mercato, domenica sera ha asserito con assoluta certezza che Pioli non sarà l’allenatore della Roma nella prossima stagione.
La redazione di Retesport dalla suggestione originaria – gennaio scorso – e l’elevato gradimento che Pioli avrebbe avuto per l’opzione Roma, ha ricostruito i motivi del no al tecnico emiliano.
Sicuramente Pioli era tra i candidati forti nella testa di Ranieri e molto probabilmente il brusco dietrofront imposto dai Friedkin non ha fatto particolarmente piacere a Sir Claudio, che non a caso nelle scorse settimane disse pubblicamente: “Se non mi ascoltano che ci sto a fà?”.
Una situazione comunque rientrata nel frattempo, visto che per i Friedkin – Ranieri – è figura centrale nella progettualità sportiva presente e futura della Roma. I contatti sono quotidiani tra presidente e Sir Claudio, poi si capirà già nelle prossime ore se il probabile arrivo nella capitale del texano coinciderà anche con un punto della situazione complessivo con l’attuale tecnico giallorosso, in merito alla sua reale qualifica.
A margine di questo, torniamo dunque a Pioli: Friedkin ha deciso di metter da parte la candidatura dell’ex rossonero per una serie di motivazioni. In primis perchè l’allenatore, ancora legato da un contratto di un anno con l’Al-Nassr, in caso di mancato esonero o dimissioni (quest’ultima opzione già esclusa da Pioli visto il maxi stipendio da 12 milioni), per motivi puramente fiscali dovrebbe restare fino ad inizio luglio residente in Arabia Saudita per godere dell’enorme beneficio della totale defiscalizzazione del suo compenso annuo.
Dinamica che chiaramente avrebbe inciso temporalmente sull’annuncio che la Roma vorrebbe fare entro fino campionato.
Inoltre i Friedkin avrebbero in qualche modo respirato un’aria non del tutto accogliente sul conto di Pioli, sondando l’umore della piazza attraverso i propri collaboratori. E la proprietà ha storicamente sempre molto tenuto anche al riflesso mediatico delle proprie decisioni. La somma di questi fattori, ha spinto il texano a congelare l’ipotesi.