
Totti: “Speravo restasse Ranieri. Corsa Champions? Non diciamo niente…”
Interviste
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Ospite sul Canale Nove, della trasmissione ‘Che tempo che fa‘, Francesco Totti ha parlato così del suo passato in giallorosso ma anche del presente della Roma in merito soprattutto a Claudio Ranieri: ““Io che cammino tranquillo a Roma? E’ impossibile ancora, speravo che una volta smesso… invece niente.
Ha continuato: “Quando vado in Cina è peggio. Quel paese è stressante perché sono tanti e sono ovunque, anche quando apri la porta del bagno. In qualsiasi momento del giorno ti sono addosso. Però sono piacevoli, sono i numeri uno”.
Quindi i momenti alla Roma: “I gol? Li ho rivisti tante volte. Ho coronato il mio sogno, la cosa più bella, di stare alla Roma per sempre. Mi manca tanto giocare, oggi gioco a calciotto, ho accorciato il campo. La passione non si spegnerà mai”. Così Totti racconta il suo esordio da raccattapalle: “Mi sono fatto i soldi al Flaminio perché quando un giocatore avversario andava a calciare un angolo gli tiravano i gettoni. Io li raccoglievo e una ventina di mila lire me le facevo tranquillamente a ogni partita. Io poi cominciai alla Lodigiani, un giorno il presidente chiamò i miei genitori e gli disse che avevo due opzioni: Roma o Lazio. Mio fratello diede i calci sotto il tavolo a mia madre che ovviamente scelse Roma”.
Sul 17 giugno 2001, la vittoria dello Scudetto: “E’ una data che non posso dimenticare, quella dello scudetto. Andai in giro per Roma con il casco integrale per godermi la festa. Una sudata… Ma a Roma si festeggiò per tanti giorni quella vittoria, anzi a dire la verità ancora si festeggia”.
Sul momento attuale della Roma: “Fino alla fine non parlo per scaramanzia. Ranieri va via? Penso di sì anche se speravo che rimanesse. Avrà le sue ragioni ma ha fatto quello che doveva fare. Io allenatore? Mai, non ce la faccio. Caratterialmente sono troppo istintivo e rosicone, pure permaloso. L’allenatore non deve essere rosicone anche perché sei uno contro trenta e dopo una settimana o mandano via loro o vado via io. E conosco la materia, fidati. Se con me era facile fare l’allenatore? Mica tanto…Con Spalletti mi sono trovato bene, gli ultimi anni sono stati burrascosi. Mi è dispiaciuto solo il modo. Ma alla fine abbiamo fatto pace e sono stato molto contento. I migliori? Boskov, Mazzone e Zeman”.