Taccola – Cordova: “Sulla morte di Giuliano non fu detta tutta la verità. E Herrera…” Losi: “Grandissima tragedia, conoscevo bene lui e la famiglia”.

Taccola – Cordova: “Sulla morte di Giuliano non fu detta tutta la verità. E Herrera…” Losi: “Grandissima tragedia, conoscevo bene lui e la famiglia”.

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Per ricordare Giuliano Taccola, sono intervnuti a Retesport due suoi ex compagni di squadra: Giacomo "Core de Roma" Losi e Francesco "Ciccio" Cordova. 

LOSI

Il Ricordo di Taccola

 “Taccola era un bravo ragazzo e un giocatore forte, ben voluto da tutti, per me eper tutti è stata una grandissima tragedia.

Al tempo gli affittai casa mia alla Balduina, avevamo un rapporto stretto, conoscevo bene lui e la famiglia. Una more prematura che ha fatto iangere parecchia gente. Prima eravamo considerati niente come calciatori, non eravamo tutelati. Fino alla crazione dell'associazione calciatori avevamo molte difficoltà nel tutelare i nostri diritti". 

La Roma di oggi

"Mi spiace che attualmente le cose non vadano bene e che si sia cambiato l'allenatore, i giocatori dovevano fare di più. Oggi il calcio sta facendo allontanare i tifosi ed è un peccato perché la passione delle persone andrebbe valorizzata". 

CORDOVA

Il Ricordo di Taccola

“Era fortissimo ed aveva una ottima capacità di andare in porta, e favoriva chi doveva fare l'ultimo passaggio. Era il mio compagno di stanza e la sua ultima cena l’ha fatta in mia compagnia, eravamo insieme in albergo. All'aeroporto, quando è arrivata la notizia della sua morte Herrera voleva andare via per giocare la Coppa Italia. Ci disse di tornare a Roma e io gli risposi: «Vattene o ti mettiamo le mani addosso». Alla fine io, D’Amato e Sirena rimanemmo a Cagliari dopo la morte di Taccola. Tra l'altro sulla morte di Giuliano non fu detta tutta la verità. Avrebbe dovuto riposarsi in montagna, il presidente Marchini era d'accordo, ma Herrera lo faceva allenare, e così a lui tornava la febbre…

A Roma Herrera non era "Il mago", non vinse nulla e guadagnò montagne di soldi. A Milano era in campo mezz'ora prima, qui a Roma arrivava in ritardo perché si era innamorato e pensava solo a quello. Non dovevano passare 50 anni per ricordare Giuliano Taccola. Ben venga per carità, ma che hanno aspettato le nozze d'oro? Non mi rivolgo agli americani, ma anche a chi c'era prima di loro".

La Roma di oggi

"Il parco giocatori della Roma è attrazzato per arrivare terzo,ma Di Francesco andava cambiato prima. Sono molto favorevole agli americani, per fortuna ci sono loro. Il calcio moderno però sta facendo allontanare la gente".