Sostenibilità e prospettiva: i conti del mercato della Roma
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Tra strategie mutevoli, un evidente momento prolungato d’empasse e infine una chiusura col botto, la Roma ha portato a termine ieri sera la sua campagna trasferimenti, lasciando diversi punti di domanda che si spera, qualcuno (principalmente Ranieri), potrà evadere.
Al di là delle spiegazioni sulle motivazioni tecnico-tattiche e su quale filosofia abbia spinto Ghisolfi a scegliere determinati profili rispetto ad altri, la Roma ha condotto una mini-rivoluzione della rosa.
Dieci operazioni totali, cinque in entrata e cinque in uscita. Via Ryan, Hermoso, Dahl, Le Fèe e Zalewski; dentro Gollini, Salah-Eddine, Nelsson, Gourna-Douath e Rensch.
Porte girevoli in attesa del rinnovo di Svilar
L’australiano Ryan, scelto la scorsa estate a parametro zero come vice-Svilar, poichè profilo d’esperienza e affidabilità ha disputato in giallorosso una sola partita: Roma-Samp di Coppa Italia. Si aspettava (o gli era stato promesso…) maggior minutaggio, almeno nelle coppe ma ciò non è avvenuto. La Roma ha trovato nel Lens una sponda utile per la sua cessione a titolo definitivo. Incassati 500 mila euro e di fatto reinvestiti subito su Gollini. L’ex portiere dell’Atalanta è arrivato a titolo definitivo ma gratuito con 1 milione di bonus che probabilmente scatterà dopo un tot di presenze. Contratto di due anni e mezzo per l’estremo difensore che negli ultimi anni ha girovagato molto.
Hermoso bocciato, Nelsson era una prima scelta?
Cambiando modulo a ridosso della fine dello scorso mercato estivo, sia con De Rossi poi ancor di più con Juric e Ranieri oggi, la Roma ha visto sorgere una necessità impellente: ripuntare sui difensori centrali.
Riabilitato Hummels, al fianco di Mancini e Ndicka, Ranieri non è riuscito a dare spazio a Hermoso, che comunque ha dato la sensazione di non essersi mai inserito. Lo spagnolo una decina di giorni fa ha espressamente chiesto la cessione ed è stato accontentato: prestito oneroso da 1.2 milioni al Bayer Leverkusen, ma senza opzioni di riscatto. Il club tedesco coprirà integralmente i 2 milioni lordi, rimasti, del suo ingaggio fino a giugno. Poi in estate si vedrà. Per questo motivo la Roma era a caccia di un’opzione giovane, magari da valorizzare, senza spese folli. E’ stato trattato per quasi un mese Marmol ma il Las Palmas ha preteso senza indugi la clausola da 10 milioni (pagabile in un’unica soluzione). Ciò ha spinto Ghisolfi nel finale a virare prima su Goglichidze (prestito con obbligo da 10 milioni ma con l’Empoli che alle ultime schermaglie ha fatto saltare il banco chiedendo ulteriori bonus) e poi Nelsson. Il danese è arrivato per 500 mila euro di prestito più diritto di riscatto da 10 milioni.
Maquillage sulle fasce: due ex Ajax, nella speranza siano meglio di Karsdorp…
Sugli esterni la Roma ha ragionato su qualità ma anche sulla prospettiva. Dapprima ha chiuso per Rensch, coprendo una casella rimasta vuota colpevolmente nel mercato estivo. Nonostante la compresenza di Saud, Zalewski, Celik e dello stesso Saelemaekers, Ghisolfi che aveva già sedotto (e abbandonato?!) Rensch in estate, lo ha acquistato a gennaio per 6 milioni di euro dall’Ajax pur avendo già un accordo per giugno, quando si sarebbe svincolato.
Poi è stata risolta la grana Zalewski, con una formula che ha il sapore comunque del futuro passaggio a titolo definitivo. L’Inter ha ‘costretto’ la Roma a sottoscrivere un rinnovo ponte, per consentire al polacco di trasferirsi in nerazzurro. Al di là dell’impatto positivo (assist nel derby), la sensazione è che vista l’età e i bassi costi dell’ingaggio, Zalewski rimarrà in nerazzurro. La Roma incasserebbe nel caso 6 milioni di euro, cifra speculare a quella spesa per Rensch.
A sinistra è arrivato poi, in extremis, un investimento necessario. Salah-Eddine è stato prelevato dal Twente per 8 milioni di euro e la speranza di Ghisolfi è che questo affare in entrata sia compensato a giugno dalla cessione di Dahl, che resta un caso anomalo. Arrivato la scorsa estate per circa 4 milioni dalla Svezia, il giovane talento scandinavo non ha mai trovato spazio con i tre allenatori che si sono intervallati sulla panchina giallorossa. Se dovesse essere prelevato dal Benfica a titolo definitivo (tra i club come PSV, Besiktas e altri interessati a Dahl), la Roma incasserebbe 10 milioni, con il 20% su futura rivendita. Intanto Ghisolfi ha messo in cassa 600 mila euro per il prestito, sperando come detto che i lusitani esercitino il diritto di riscatto.
Via Le Fèe, dentro Douath e Ghisolfi tifa Sunderland
Ultimo cambio a centrocampo. Nei primissimi minuti della finestra invernale, la Roma ha ceduto Enzo Le Fèe al Sunderland. Prestito oneroso con diritto di riscatto da 24 milioni che scatterà se il club inglese tornerà a giocare la Premier League al termine della stagione.
Di fatto Ghisolfi recupererebbe con una minima plusvalenza ciò che ha investito a giugno scorso prelevando il francese dal Rennes.
Ieri al posto di Le Fèe, la Roma ha prelevato il giovane Gourna-Douath dal Salisburgo. Prestito con diritto di riscatto, che può diventare obbligo a determinate condizioni per circa 18 milioni.
Conti finali: investimenti e future rendite
Nel complesso dunque una finestra di mercato improntata alla sostenibilità, senza eccessi. E’ mancato l’investimento sulla punta di riserva, così come la cessione di Shomurodov che nei piani del club giallorosso avrebbe dovuto portare altri 6-7 milioni sicuri a giugno.
La Roma ha investito nell’immediato circa 15 milioni di euro, incassandone circa 4, con la prospettiva di arrivare a spenderne 28 se dovesse riscattare sia Gourna-Douath che Nelsson, con potenziali 34 (Dahl e Le Fèe) in entrata se arriveranno i riscatti di Benfica e Sunderland.
In sostanza Ghisolfi ha calmierato i suoi investimenti, per evitare ulteriori rischi considerando il futuro, obbligato, riscatto di Saelemaekers e la necessità di trovare soluzioni utili per diversi calciatori come Abraham, Kumbulla, Hermoso e altri potenziali esuberi dell’attuale rosa.