Roma, la mano di Gasp si vede: prima in A per pressing e recuperi alti

Roma, la mano di Gasp si vede: prima in A per pressing e recuperi alti

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Se è vero che la Roma sul piano offensivo per i numeri sin qui prodotti, è lontana parente di una squadra tipicamente gasperiniana, la mano del mister giallorosso sull’identità tattica e sui principi che riguardano l’atteggiamento della squadra in campo, è già chiarissima.

E’ bastato seguire con gli occhi dall’alto i movimenti degli undici giallorossi nel derby per comprenderlo forse definitivamente: pressioni altissime, marcature uomo su uomo, con associazione sistematica e qualche rischio come nell’occasione del gol divorato da Dia.

Lì c’è stata forse una carente lettura del duo Celik-Ndicka, eccessivamente larghi al momento dell’errore tecnico, comunque imprevedibile di Mancini.

Ma al di là di alcuni effetti collaterali, la Roma sul piano del pressing, dell’altezza media del baricentro e del numero di palloni riconquistati in avanti, è primatista in Serie A e si è quindi, completamente trasformata rispetto ad una stagione fa.

Il raffronto statistico dà in questo senso delle indicazioni limpidissime: l’intensità del pressing vedeva la Roma un anno fa, dopo le prime quattro di A, 14° in Serie A – oggi è seconda; nella classifica dell’efficacia del pressing, i giallorossi oggi sono 1° in A laddove erano addirittura 10° un anno fa; primatisti anche nell’altezza degli eventi difensivi e dei recuperi alti (come quello da cui è scaturito il gol di Pellegrini nel derby). In questi due specifici dati la Roma era rispettivamente nona e ottava.

La speranza di Gasp è che oltre a trovare un miglioramento nei singoli, questi numeri mantenuti nella continuità dei 90 minuti consentano alla Roma di aumentare anche la produzione offensiva, vero vulnus attuale della sua squadra.