
Roma ‘indifesa’ sui piazzati: il castello Mourinhiano non esiste più
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17 gol presi da calcio piazzato (compresi i rigori) su 49 complessivi stagionali. Praticamente uno su tre, una media altissima.
Senza escludere anche quei gol subiti in ripartenza dagli sviluppi di un calcio piazzato a favore dei giallorossi, a cui fortunatamente Ranieri è riuscito a porre un freno nelle ultime gare.
Una delle principali motivazioni per cui la Roma subisce tantissimo sui calci piazzati, che siano punizioni indirette da trequarti campo, che siano angoli, poco cambia, riguarda la struttura fisica della squadra e in generale le caratteristiche di una rosa che si è allontanata molto da ciò che era stato costruito soprattutto in epoca Mourinhiana.
Smalling, Matic, Ibanez, Cristante, Abraham, Mancini era la batteria dei saltatori che Mou sfoderava in attacco e utilizzava a difesa di Rui Patricio.

Ndicka ad esempio, nonostante il fisico, fatica molto sui colpi di testa e sulle marcature in mischia. Konè non è un saltatore straordinario, tantomeno Paredes.
Dovbyk è bravo ma non tanto quanto Abraham che soprattutto in fase difensiva veniva schierato a protezione sistematica del primo palo. Quando non giocava l’inglese c’era Belotti, poi è arrivato Lukaku che al pari dell’ucraino però di testa non è formidabile.
La ricerca di mercato che la Roma dunque dovrà avviare in estate si focalizzerà molto su questo aspetto: è chiaro che in una rosa debbano esserci anche giocatori brevilinei, in grado di aggiungere rapidità d’esecuzione e dribbling, ma quando poi contemporaneamente capita di schierare Angelino, Dybala, Soulè o Baldanzi, Pisilli, lo stesso Konè o Pellegrini, ma anche Rensch a destra, la squadra può andare in difficoltà sui calci piazzati.