
Roma, 3 anni di costi eccessivi: l’Atalanta in 8 stagioni ha fatto registrare numeri inferiori
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FOCUS RS (di Nicolas Terriaca) – L’Atalanta, vincendo l’Europa League contro il Bayer Leverkusen (3-0), ha scritto una pagina di storia.
La Roma, nello stesso arco temporale, ha cambiato 6 allenatori: Spalletti, Di Francesco, Ranieri, Fonseca, Mourinho e De Rossi. I giallorossi non hanno mai dato continuità a un progetto tecnico sollevando dall’incarico il rispettivo allenatore senza sopperire alle carenze della squadra.
Nella stagione 2016-17, la differenza tra Roma e Atalanta era eloquente: 15 punti in più in campionato (85 vs 72) per i capitolini che fecero registrare anche dei ricavi quasi doppi rispetto al club bergamasco (278,4 mln vs 147 mln). Dopo 8 stagioni, sul campo, la superiorità giallorossa si è smarrita mentre quella relativa al fatturato delle due società, nonostante la differenza si sia assottigliata, è rimasta intatta (277,1 mln vs 195,4 mln). Cosa è accaduto? Ma soprattutto com’è possibile che l’Atalanta in 8 anni ha fatto registrare costi pari a circa 1 miliardo e 106 milioni mentre la Roma, solo nelle ultime 3 stagioni, ha superato un 1 miliardo e 123 milioni?
Ghisolfi, evitare gli errori del passato per una Roma competitiva a lungo termine: dal 2018-19 oltre 250 milioni gettati nel nulla

La Roma, nelle ultime 3 stagioni, ha fatto registrare dei costi ingiustificati per quello che è stato il rendimento della squadra: 374,9 milioni (2021), 400,8 milioni (2022) e 348,8 milioni (2023). Oltre un miliardo di euro a dispetto dei circa 567,7 milioni dell’Atalanta. I costi del personale e operativi della società giallorossa sono elevatissimi, eppure i risultati, principalmente in campionato, scarseggiano. La Roma, infatti, nelle ultime stagioni ha mantenuto un rendimento straordinario in campo internazionale ottenendo 4 semifinali consecutive nelle rispettive coppe europee con la vittoria della Conference League a certificare l’ottimo cammino (2021-22). In Serie A, invece, la formazione giallorossa non è andata oltre il 6° posto e l’ultimo accesso alla Champions risale al 2018.
De Rossi, per crescere in maniera sostenibile, ha preso come punto di riferimento l’Atalanta, fiducioso che le tempistiche saranno diverse: ”Hanno lavorato sulle richieste dell’allenatore. Arrivi dopo tanti anni a poterti permettere di giocare per tanti anni di seguito la Champions e a quel punto puoi permetterti di comprare giocatori molto forti. Penso che siamo una società forte a livello economico, che potrà velocizzare questo processo anche perché partiamo da una rosa molto forte”.
Ghisolfi, però, non dovrà commettere gli errori dei suoi predecessori, che dal 2018-19, hanno sperperato circa 257 milioni per i cartellini di calciatori inutilizzati o che non hanno dato nulla alla Roma. La lista è lunga: Schick (42) Nzonzi (26,65), Pastore (24,7), Defrel (20), Santon (9,5), Olsen (9) , Coric (6), Bianda (6), Diawara (21), Pau Lopez (23,5), Kumbulla (29,5), Shomurodov (19,6), Vina (13) e Reynolds (6,95). Per non citare calciatori come Renato Sanches, che nel corso di questa stagione, è costato al club giallorosso 21.538 euro per ogni minuti giocato.
Abbattere i costi, proseguire ad aumentare i ricavi e fare calcio scegliendo calciatori funzionali al gioco dell’allenatore. La strada è tracciata.