El Shaarawy, ‘il 12° perfetto’: 1 gol o 1 assist ogni 3 gare in maglia giallorossa e ora punta il rinnovo
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Un gol per ritrovarsi, risentirsi importante e guardare con speranza al futuro.
Per Ranieri – che lo aveva già allenato nel 2019 – il Faraone è una certezza: “So sempre di contare su di lui”. E in effetti El Shaarawy si è ritagliato in questi anni proprio questo ruolo: più un 12° che un titolare inamovibile, più un primo cambio efficace per duttilità e brio, che un calciatore in grado di strappare con certezza, tutte le domeniche, la maglia nell’undici di partenza.
El Shaarawy non è stato neanche favorito dal fatto che la Roma da anni gioca quasi sistematicamente con il 3-4-2-1 o 3-5-2. Si è adattato a fare il quinto, plasmando se stesso, maturando sul piano difensivo, ma riducendo in parte la sua incidenza in zona gol. De Rossi addirittura lo scorso anno lo ha utilizzato come chiave di volta a destra, un un 4-4-2 un po’ spurio, per scardinare Lazio e due volte il Milan in Europa League.
Lo scorso anno ha messo insieme 48 gettoni complessivi, segnando solo 3 gol, cifra raggiunta venerdì contro il Genoa. Uno score che può sicuramente migliorare, soprattutto se Ranieri continuerà a schierarlo più vicino alla porta rispetto a quanto accadeva con Mourinho prima e De Rossi dopo.
In totale sono 64 gol e 44 assist in 300 partite complessive, dunque 1 gol /1 assist ogni tre partite.
Il Faraone a 33 anni ha il contratto in scadenza ma spera di restare. Attualmente guadagna circa 3.5 milioni annui più bonus, una cifra che la Roma vorrebbe ridurre, proponendo o un annuale con rinnovo a rendimento, o un biennale. La decisione ultima dipenderà anche dalla scelta del tecnico, ma è difficile trovare allenatori che si privino facilmente di un calciatore della sua esperienza e del suo rendimento, quasi assicurato, soprattutto quando subentra.