Totti dal Kuwait: “Spero di portare la Roma più in alto possibile, anche al livello mondiale, perché la Roma si tifa e si ama”

Totti dal Kuwait: “Spero di portare la Roma più in alto possibile, anche al livello mondiale, perché la Roma si tifa e si ama”

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In questi giorni complicati pr la Roma Francesco Totti è in Kuwait per l’Al Roudan Tournament. Prima di scendere in campo l'ex 10 giallorosso ha riasciato le seguenti dichiarazioni sul calcio nelle sue varie epoche: “Diciamo che i tempi di Maradona e Pelé erano diversi.

Era un altro calcio. Messi e Ronaldo oggi continuano a stupire, battendo record su record, ma sicuramente questi quattro calciatori sono i più forti al mondo”. 

Il discorso si è poi spostato su Milan di Berlusconi che lo cercò fortemente da calciatore: “Ci sono state più occasioni in cui Berlusconi poteva portarmi al Milan. Come a lui anche ad altri presidenti ho detto no per il rispetto e l’amore che ho verso questa maglia. "San Siro, dopo l’Olimpico, è lo stadio al quale sono più affezionato. E’ uno stadio che al mio ingresso mi dava una forza in più, quella carica e quella determinazione in più di esprimere le mie capacità tecniche. Fortunatamente sono sempre riuscito a fare delle partite eccellenti e così, ogni volta che andavo là mi guadagnavo una standing ovation". 

Poi il racconto dell'interesse del Real Madrid: "Florentino Perez avrebbe fatto qualsiasi cosa per avermi lì con loro, e c’è stato un momento, l’unico vero momento nella mia carriera, che ero abbastanza titubante di poter cambiare casacca. Però alla fine ha prevalso l’amore per la Roma, per la mia città, per gli amici. Ho fatto questa scelta di vita e penso che per me sia stata la cosa più bella. Prima lo seguivo, oltre ad esser un top club, mi è sempre piaciuto e mi piacevano i giocatori che andavano a giocare lì".

Argomento dell'intervista è stato anche Salah e la finale di Champions“Ha solo cambiato maglia (ride, ndr). Penso che il passaggio lo abbia migliorato ancora di più, lo ritengo uno dei giocatori più forti in circolazione. In finale di Champions tifo per il Liverpool perché c’è lui e anche Alisson". 

Alcune considerazioni sulla sua carriera alla Roma: "Riflessione a fine contratto? Il primo pensiero era l’America perché mi piaceva l’idea di fare questa esperienza all’estero dove avrei avuto anche l’opportunità di imparare l’inglese. Invece poi, mettendomi seduto al tavolino con mia moglie e i miei figli, ho capito che un anno o due così non avrebbero cambiato nulla. Invece smettendo sarei rimasto uno dei pochi ad aver giocato solo con una maglia. E’ stata la mia rivincita.

Spiegare la sensazione di Roma-Genoa, quella giornata.. non è facile perché è stata istintiva, nulla era programmato. Facendo il giro di campo finale ho capito cosa la gente provasse nei miei confronti durante questi 25 anni, non solo rispetto ma un amore totale che nessun altro tifo ha espresso nei confronti di un altro giocatore.
E’ il mio “popolo” perché loro mi identificavano come il “Re di Roma“. I tifosi della Roma per me erano tutte persone vicine a me.

Derby? Quando ero giovane per me significava tutto, come vincere un trofeo. Poi man mano sono cresciuto, le squadre si rinforzavano e anche la società e i tifosi hanno capito che l’importanza della vittoria finale era maggiore della vittoria del derby".

Sulla differenza che c'è con la Juventus e sul futuro: “Spero di portare la Roma più in alto possibile, anche al livello mondiale, perché la Roma si tifa e si ama.Non sarà facile colmare il gap con la Juventus, ma sono fiducioso che troveremo una soluzione. Vincere? Non è facile perché, soprattutto in Italia, la Juventus è la strafavorita visto che ha la possibilità di acquistare dei top player, come per esempio Ronaldo: nessuno poteva pensare che la Juve riuscisse a prenderlo e invece… Ha giocatori di livello internazionale, elevato, perciò in Italia la differenza è quella”. 

"Roma-Barcellona? Nessuno poteva immaginare la remuntada. Però i giocatori e i tifosi erano tutti convinti che potevamo ribaltare questa partita. Credo che abbiano disputato una delle più belle partite viste in 100 anni di Roma: una soddisfazione così è indescrivibile”.