
Le ultime tristi ore di Juric sulla panchina della Roma
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Dopo la surreale conferenza della vigilia, in cui il tecnico croato aveva decisamente mollato gli ormeggi, consapevole che avrebbe vissuto a dispetto del risultato finale, l’ultima domenica da allenatore della Roma, Ivan Juric c’ha comunque provato.
Con le sue idee, senza tradire il suo credo calcistico.
Dopo aver rifiutato di parlare a DAZN prima del match, con la surreale marcia di Ghisolfi che si è avvicinato ai colleghi della tv per sottoporsi lue alle domande di rito pregara, scoprendo però che era troppo tardi e stava per iniziare la partita, Juric si è sfilato la giacca subito dopo il fischio d’inizio e ha vissuto con pathos tutti gli episodi chiave. Si è disperato per gli errori commessi dai suoi, ha creduto nella rimonta dopo il 2-3 di El Shaarawy.
Al triplice fischio è stato il primo ad abbandonare il campo, dirigendosi negli spogliatoi dove ad attenderlo c’era Ghisolfi con un telefono in mano: dall’altro capo del mondo il presidente Friedkin che gli ha comunicato immediatamente l’esonero.
Poi poche parole alla squadra nello spogliatoio, della serie: “Ho dato tutto, so di aver scontentato qualcuno, ma ho sempre fatto le scelte per il bene della Roma”. Successivamente ha abbandonato lo stadio, nell’anonimato più totale e in maniera mesta, come onestamente era arrivato.