Tiraspol e la Transinistria: regione fantasma per tutti tranne che per Putin

Tiraspol e la Transinistria: regione fantasma per tutti tranne che per Putin

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Tra passato nostalgico e presente filo-russo, la particolare storia della Transinistria, regione dove insiste Tiraspol sede della prima gara d’Europa League della Roma

Fare un viaggio a Tiraspol, vuol dire immergersi quasi in una realtà parallela.

Tra simbologia della vecchia URSS (la falce e martello sulla bandiera), statue di Lenin e alfabeto cirillico, il ritorno al passato è degno di un film di metà anni 80′. La città che ospiterà la Roma per la prima trasferta europea – senza tifosi dopo le sanzioni UEFA post Budapest – si trova nella regione della Transinistria, un piccolo Stato separatista non riconosciuto dall’Onu, il cui nome ufficiale è Repubblica Moldava di Pridniestrov.

GUERRA CIVILE E CONSOLIDAMENTO RUSSO

Autoproclamatasi indipendente dal neonato governo moldavo e dalla capitale Chisinau nel 1990 dopo la disgregazione dell’Unione Sovietica, la Transnistria e il suo mezzo milione di abitanti si sentono molto più vicini alla Russia (l’unico Stato che li riconosce e li sostiene) che al resto dell’Europa e del mondo.

Ma c’è di più. E’ talmente radicato il sentimento nostalgico alla vecchia confederazione sovietica, che a due passi dal busto di Lenin, sono esposti i ritratti di due vecchi militanti bolscevichi, Stefan Zdanovich e Aleksej Zarev. Zdanovich è stato un combattente della guerra civile, mentre Zarev, durante la rivoluzione del 1905, ha partecipato all’ammutinamento della corazzata Potemkin. Entrambi sono nati in Transinistria e lì hanno vissuto e lottato per i diritti degli operai e dei contadini.

Dalla tradizione alla modernità, però il passo non è lunghissimo. Nel centro di Tiraspol si staglia un modernissimo palazzo con centinaia di telecamere. Architettura asettica, essenziale. Ciò che conta è il contenuto dell’immobile. Si tratta della sede della Sheriff, la potentissima holding da 6 miliardi di fatturato (la metà del PIL dell’intera Moldavia), fondata da due ex esponenti del KGB (si crede sodali di Vladimir Putin visto il dispiegamento di quasi 2 mila soldati russi a protezione di questa ristretta lingua di terra a due passi dall’attuale terreno di guerra tra Ucraina e Russia).

POTENZA ECONOMICA DI TIRASPOL E IL CALCIO COME VOLANO PER LA TRANSINISTRIA

La Sheriff in poco tempo ha scalato posizioni all’interno della Transinistria di fatto costituendo un autentico monopolio commerciale e non in tutta la regione. Dal commercio petrolifero al mercato edilizio, dalla distribuzione alimentare con i suoi supermercati all’editoria (televisioni e carta stampata). Come simbolo una stella da sceriffo. Oggi il nuovo business è la criptovaluta, probabilmente un esperimento embrionale con sguardo attento di Mosca.

In Transinistria e a Tiraspol, il nome forte è quello di Viktor Gushan: ideatro e fondatore dell’impero che oggi controlla anche la squadra di calcio dello Sheriff, assicurando alla stessa stabilità economica, strutture avveniristica, un reparto scouting di assoluto livello e una conseguente scalata nel calcio moldavo e internazionale, come sottolineato questa mattina ai nostri microfoni dal tecnico italiano dello Sheriff, Roberto Bordin. Il punto più alto? La vittoria a Madrid in Champions nel 2021. Imprese che hanno portato alla ribalta un marchio fino ad allora sostanzialmente ignoto ai più.

L’UEFA mesi fa aveva imposto lo stop alle partite europee a Tiraspol, per l’estrema vicinanza con il confine di guerra. La città infatti si trova a circa 90 chilometri (55 miglia) dalla città ucraina di Odessa, che è un obiettivo regolare dei missili russi. In questa stagione però lo Sheriff ha ottenuto l’autorizzazione a tornare a giocare le gare europee casalinghe nel proprio stadio. La Roma pernotterà a Tiraspol e rientrerà a Roma venerdì mattina, dopo il volo diretto andata e ritorno a Chisinau.