Sir Claudio, il ‘multiforme’: ripartirà dagli uomini non dai sistemi di gioco

Sir Claudio, il ‘multiforme’: ripartirà dagli uomini non dai sistemi di gioco

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Per un uomo che a Napoli, in uno stadio che è stato suo parecchi anni fa agli albori della sua carriera da allenatore, siederà in panchina per la 1400esima volta, analizzare e scrivere di sistemi di gioco sarebbe banale e riduttivo.

Claudio Ranieri oggi tornerà a calpestare il manto erboso di Trigoria per la terza volta in carriera.

Porterà dentro lo spogliatoio aria nuova certamente, la sua esperienza internazionale, il suo indubbio carisma, ma anche la voglia di ricoinvolgere diversi calciatori apparsi piuttosto spenti nell’ultimo periodo.

Non lo farà imponendo un dogma, ma cercando di inculcare principi chiari: pragmatismo, voglia di non mollare mai, ordine e senso d’appartenenza.

Non è un caso che le sue squadre spesso raccolgano risultati, quasi insperati, nei minuti finali, a volte ben oltre l’extra time. Basta chiudere gli occhi e ripensare alla prima Roma di Sir Claudio, quella che dalle more della bassa classifica in pochi mesi con una volata impensabile arrivò a sfiorare uno Scudetto clamoroso.

Foto Fraioli

Difesa a 4 o a 3?

La stagione giallorossa ha visto la Roma cambiare costantemente modo di stare in campo. Con De Rossi si era partiti con l’idea di impostare un 4-3-3 o 4-3-2-1 per poi variare all’ultima sua apparizione in panchina, pre-esonero, al 3-5-2. Poi Juric ha reso più intransigente il sistema, giocando di fatto sempre con il 3-4-2-1 ma non raccogliendo risultati invidiabili.

Il calcio però non lo fanno i sistemi di gioco, bensì i principi tattici, le strategie e le caratteristiche dei calciatori. Ranieri è uomo esperto, scaltro e intelligente. Prima di tutto ripartirà dagli uomini. Se avrà a disposizione al 100% delle rispettive condizioni psicofisiche Hummels, Paredes e Dybala, potrebbe impostare un 4-3-1-2 con il tedesco al fianco di Ndicka, Mancini un pochino più largo a destra e Angelino libero di fluidificare a sinistra.

In mezzo al campo l’argentino o Cristante dovrebbero assurgere al ruolo di regista, con Le Fèe che forse di partenza potrebbe partire un po’ di più nelle retrovie, poi spazio alle mezzali che assurgeranno ad un ruolo fondamentale: perchè abbassando il baricentro e predisponendo una squadra che difficilmente presserà in avanti, ma cercherà di contenere per ripartire, è fondamentale avere in campo almeno due centrocampisti dinamici.

Lo scorso anno Ranieri a Cagliari ne aveva un terzo, Nandez, che spesso giocava largo come esterno. Gente in grado di accorciare il campo in avanti e liberare la propria corsa negli spazi. Ecco che Pisilli e Konè diventano uomini necessari per sviluppare questi principi.

Foto Fraioli

Joya al centro (se sta bene)

Poi ruoterà tutto intorno a Dybala. Se l’argentino starà bene, quasi certamente Ranieri lo avvicinerà a Dovbyk. Una coppia che per motivi diversi si è vista ancora pochissimo insieme, ma qualche scampolo di intesa lo ha regalato. Se l’argentino non giocherà è ipotizzabile che si punti sulla batteria degli esterni con El Shaarawy, Saelemaekers, Zalewski e Soulè pronti a giocarsi due maglie.

Baldanzi potrebbe essere il trequartista centrale ma soprattutto la carta da partita in corsa in grado di cambiare ritmo e conferire ulteriore imprevedibilità al fronte offensivo. Ma il giovane toscano ha la tigna che piace a Ranieri, non è da escludere che possa ritagliargli uno spazio più importante sin dalla sfida di Napoli.