Ristrutturazione interna e Ranieri centrale: la road map dei Friedkin verso un big in panchina
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FOCUS RS (di Checco Oddo Casano) – “Sarà la mia ultima Roma, i Friedkin vogliono un tecnico di livello”. La mission era chiara già sul comunicato pubblicato sugli account ufficiali del club giallorosso quando Ranieri è tornato, per la terza volta in carriera, ad allenare a Trigoria.
Sei mesi per risollevare la Roma sul campo, ridarle dignità, provare a chiudere in crescendo senza porsi limiti e nel frattempo lavorare alla rifondazione del club.
La frase poc’anzi trascritta, uscirà domani nella seconda parte dell’intervista rilasciata da Ranieri al Corriere dello Sport.
L’intenzione era questa e ad oggi resta tale, perchè il 2025 deve essere l’anno del rilancio a 360 gradi della Roma. L’anno che coinciderà con la presentazione del progetto definitivo dello stadio a Pietralata.
Ristrutturazione e presentazione di un progetto serio: le prossime tappe
La road map però per arrivare a convincere un tecnico top (Allegri il nome più in voga nelle ultime settimane che però ad oggi, 8 gennaio, non ha ricevuto alcuna chiamata ufficiale da Trigoria), è prima di tutto ridare al club una struttura certa e di riflesso, un’immagine diversa all’esterno.
Ciò perchè, agli occhi di chi osserva da fuori, il 2024 caotico della Roma certamente non ha contribuito ad accrescerne immagine nazionale e internazionale: 3 esoneri, il richiamo alle armi sportive di un uomo di 73 anni che aveva pubblicamente detto di volersi fermare, l’addio dell’amministratore delegato, le tante cariche vacanti.
Ora i Friedkin sembrano aver imparato dai propri errori: la Roma è un club che necessita di una struttura dirigenziale il più possibile aderente alle caratteristiche del nostro calcio e se possibile capace di sopportare il peso delle pressioni di una piazza giustamente esigente.
Alessandro Antonello come nuovo CEO (annuncio previsto nei prossimi giorni), Claudio Ranieri a tirare i fili del comparto tecnico con compiti anche di frontman pubblico dell’area sportiva, il possibile ingaggio di un nuovo direttore sportivo di un certo spessore (Sartori il nome preferito), sarebbero il biglietto da visita perfetto da presentare ad un allenatore top, della serie: “guarda che ora qui si fa sul serio”. Abbinata a questa rivoluzione, le rinnovate intenzioni di spesa del club giallorosso, con i Friedkin che sul piano degli investimenti non si sono di certo mai tirati indietro.
La somma di tali fattori, nelle intenzioni della società, dovrebbe portare ad individuare e blindare l’accordo con un nome in panchina, in grado di riportare la Roma a competere ad alto livello, puntando alla qualificazione alla Champions che manca dal 2019. E Ranieri? Sta lì, lotta per risollevare le sorti della Roma e avrà una centralità totale nelle logiche sportive. Ma quasi certamente guardando il tutto non più dalla panchina, bensì da dietro una scrivania. Sempre che la Roma non riceva 5-6 no illustri…