Lukaku-Roma, fugace come un amore estivo

Lukaku-Roma, fugace come un amore estivo

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Una fiammata iniziale, una grande passione nelle prime settimane e poi pian piano un amore che si è spento, con un addio consumatosi senza neanche salutarsi.

Il rapporto tra la Roma e Romelu Lukaku è stato come quegli amori estivi giovanili, che nascono dal fatidico colpo di fulmine per poi scemare pian piano.

Enfatuazioni o poco più che ricordi, ma che lasciano sempre un po’ l’amaro in bocca perchè forse non erano maturi i tempi.

La Roma e Lukaku si sono abbracciati in un momento di reciproca difficoltà: Mourinho attendeva da settimane il titolare in attacco e tra battute e dichiarazioni al vetriolo contro la società (“pure se arrivasse Mbappè sarebbe tardi”, disse a metà agosto al Corriere dello Sport), accolse con favore l’arrivo del belga al fotofinish della finestra di mercato; il belga viveva da settimane il suo secondo rapporto da separato in casa con il Chelsea.

Dan Friedkin partì in prima persona con tutto lo staff dirigenziale e sfruttando i buoni rapporti con la proprietà americana dei blues, strappò il sì del club inglese ad un prestito, seppur molto oneroso, ma che sapeva di toppa enorme messa ad un buco altrettanto pesante.

Accolto tra l’ovazione di Ciampino e gli applausi scroscianti all’Olimpico, Big Rom partì fortissimo pur non avendo svolto la preparazione: 5 reti nelle prime 6 gare d’Europa League più 8 nel girone d’andata in campionato, per un totale di 13 sigilli (in 22 gare) nei primi 4 mesi di stagione.

Lukaku si era letteralmente caricato sulle spalle la Roma viste le difficoltà fisiche di Dybala e in generale quelle di una squadra incapace di trovare continuità sul piano dei risultati.

Foto Farioli

Poi da gennaio il buio più totale. Neanche il cambio in panchina da Mou a De Rossi e il passaggio ad un calcio più prolifico e offensivo, hanno permesso al belga di ritrovare la vena prolifica perduta.

Appena 8 gol in 30 partite tra campionato e coppe, una media drasticamente ridotta e soprattutto la sensazione, nell’ultim periodo in giallorosso di un lento ma inesorabile distacco dalla Roma e dalla piazza. Tanto che Lukaku, consapevole già in Primavera che non sarebbe stato riscattato dal club giallorosso, non ha avvertito neanche il bisogno di salutare i tifosi romanisti. Un gesto non proprio elegante, che però fa il paio con gli errori di comunicazione e di scelte fatte in carriera, su tutti il clamoroso dietrofront a Chelsea e Inter, consumatosi nelle stagioni precedenti.

Foto Fraioli

Poi è arrivata la chiamata del suo mentore in panchina, Antonio Conte che già dall’inizio della scorsa estate gli aveva promesso la maglia numero 9 del Napoli al posto di Osimhen, in rotta di collisione con ADL.

Il suo arrivo in Campania, come quello in giallorosso, si è consumato però anche qui al fotofinish. Assente nelle prime uscite di campionato del Napoli, Lukaku ha provato a recuperare terreno: 5 assist e 4 gol in 11 apparizioni. Non proprio lo score del ‘vero’ Big Rom e spesso anche sostituito nei finali di gara da Conte che si è lamentato del suo rendimento.

In questi mesi si è capito quale fosse uno dei problemi o forse proprio quello principale: un fastidio cronico al ginocchio, che De Rossi aveva in parte svelato a marzo e che Tedesco, ct del Belgio, ha confermato di recente: “Romelu ha un’infiammazione cronica al ginocchio e va gestito”.

Domenica ritroverà la Roma, contro cui ha siglato 3 reti in 5 precedenti. La speranza di Ranieri e di tutti i romanisti è che si fermi qui.