Gasperini rilancia Dovbyk: ”È in crescita, vorrei portarlo a una condizione ottimale”

Gasperini rilancia Dovbyk: ”È in crescita, vorrei portarlo a una condizione ottimale”

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Artem Dovbyk è alla ricerca della sua versione migliore, quella che forse a Roma ancora non si è mai vista.

Al netto dei 17 gol segnati durante la scorsa stagione all’esordio, le prestazioni raramente hanno convinto i tifosi e lo stesso Ranieri che, subentrato a Juric, fu chiaro: ‘Mi aspetto tanto da lui, deve decidersi, deve reagire, deve far vedere che tipo di giocatore sia. Io credo in lui, ma lui deve credere in noi. È un dare e avere. Noi abbiamo un modus di giocare aggressivo e con determinazione. Gli ho detto: ‘Tu pensi al gol e io alla prestazione. Se tu mi fai una buona prestazione e non segni io ci passo sopra. Ma se tu non mi fai la prestazione e nemmeno il gol, allora io inizio a pensare’. Tutto qua. Io chiedo la prestazione. Poi so che non possono stare sempre al 100%. Ma se tu non mi dai prestazione e gol, mi lasci con l’amaro in bocca. Lui deve lottare come lottano tutti. Lui non si è arreso o meglio, non voglio crederlo. Se si arrende io ho altri 25 che vogliono giocare”.

Cambiata la stagione, ma non il momento di Dovbyk che, dopo aver sbagliato 2 rigori consecutivi contro il Lille, deve reagire e mandare un segnale a Gasperini. II centravanti ucraino, il 28 settembre, si è sbloccato contro l’Hellas Verona segnando un gol magistrale di testa che ha fatto ben sperare. Il giovedì successivo, purtroppo, il film horror con i due penalty calciati malissimo e parati da Ozer. Il tecnico di Grugliasco, comunque, gli ha dato fiducia in campionato contro la Fiorentina: prestazione non brillantissima ma arricchita da un passaggio a Soulé determinante per il gol del pareggio. L’ex Girona, quest’anno, in tutte le competizioni, ha disputato 257 minuti: una rete, un assist e 5 tiri di cui 2 in porta.

Gasperini, al Corriere dello Sport, lo ha rilanciato nuovamente al centro dell’attacco romanista: Dovbyk lo vedo in crescita, in crescita fisica. È la cosa più importante perché lui è un giocatore essenzialmente di forza, sia per struttura sia per caratteristiche tecniche, e per rendere deve stare molto bene. Vorrei portarlo a una condizione ottimale, alla convinzione di riuscire a far valere i suoi mezzi. Lavoriamo in quella direzione. A Firenze ha fatto bene. Bisogna trasmettergli grande fiducia e senso di appartenenza, deve sapere che la squadra è con lui”.

La fotografia di un calciatore che non ha nel suo DNA l’essere leader e trascinatore. La spinta deve arrivare dalle sue spalle. Gasperini però, almeno a parole, crede nella sua crescita non citando mai Ferguson: ”Con Dybala, Pellegrini, Bailey e Dovbyk avremo un altro spessore perché nel calcio il tutto è valorizzato dal gioco d’attacco”.