
Gasperini, pressing ed equilibrio: la Roma dovrà cancellare la propria fragilità in contropiede
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Gasperini si sta preparando a rivoluzionare Trigoria e il modo di giocare della Roma.
Ranieri, dopo l’autodistruzione firmata Ivan Juric, ha dovuto lavorare molto sugli equilibri difensivi della Roma. ”Serve fare le preventive sugli avversari e mi dispiace. Col Bologna ci siamo persi nel momento in cui stavamo spingendo e forse l’abbiamo fatto troppo. Attacchiamo con troppi uomini, e poi basta un rimpallo perso e ci fanno un contropiede. La cosa brutta è che abbiamo preso gol, ma poi abbiamo anche rischiato di prenderne altri”. Il tecnico di Testaccio progressivamente ha migliorato la fase difensiva della squadra a tal punto da farle subire appena 18 gol (0,69) in 26 partite di campionato, nessuno meglio nel periodo. Le prestazioni eccezionali di Svilar hanno incisivo ma anche Gasperini potrà affidarsi alle prodezze del classe 99′.
L’ex tecnico dell’Atalanta cercherà sul mercato un difensore rapido e un altro centrocampista che possa aiutare Koné con e senza la palla. Il gioco di Gasp, infatti, richiede un’applicazione maniacale poiché basta poco per far saltare il pressing coordinato che prediligono le sue squadre. La Roma con Juric ha provato ad aggredire gli avversari ma i risultati sono stati scadenti, come tutta la sua esperienza nella Capitale. I giallorossi fino all’ultima giornata in cui si è seduto in panchina concedevano appena 9,83 passaggi agli avversari prima di un intervento difensivo. Il problema, però, erano i tanti gol subiti in contropiede, il marchio di fabbrica della Roma di questa stagione. La formazione capitolina, infatti, ha incassato 8 reti in ripartenza, nessuno in Serie A ha fatto peggio.
Numeri che riassumono il lavoro che dovrà fare Gasperini per abbinare aggressività, pressing ed equilibrio. Un percorso che inizierà prima fuori dal campo, ovvero, durante questi mesi di calciomercato in cui si cercheranno calciatori adatti al suo gioco. Nel mentre, dal 10 luglio, Gasp comincerà a trasmettere la sua mentalità alla squadra con il consueto imperativo: chi non è pronto può andare altrove. Nessun compromesso perché, come ricordò qualche anno fa, in piazze importanti: ”O spacchi o vieni spaccato”.