
Mourinho: ”La squalifica in Europa mi ha fatto sentire l’uomo che ha rappresentato i romanisti”
Interviste
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Dopo i primi due estratti dell’intervista rilasciata da Mourinho alla RAI, è stata resa pubblica anche l’ultima parte delle stessa.
“Prima dell’inizio di solito sto nel mio piccolo ufficio, lascio lo spazio ai giocatori; penso che per loro sia importante comunicare, senza sentire la presenza dell’allenatore. Poi torno qualche minuto prima della partita, e all’intervallo, sempre che non sia squalificato… Lì sì, è un momento molto importante, nel quale si può aiutare la squadra in accordo con quello che io e il mio staff – che mi supporta tantissimo – pensiamo si possa fare”.
Sulla gestione dello spogliatoio: “Penso sia un gioco proporzionale… più empatia, meno problemi, meno empatia, più problemi. Io ho avuto in 23 anni tanti club diversi, ho vissuto tanti spogliatoi diversi e ho sentito questo. In questo caso l’empatia è altissima, il rispetto tra di noi, e non solo dei giocatori verso di me, è molto. Il rapporto è aperto; io non sono propriamente uno ‘sweet coach’, un allenatore ‘dolce’, sono un allenatore capace di essere dolce ma anche di essere critico, aggressivo, esigente, e quanta più empatia tu hai più possibilità hai di giocare con gli umori. Io con questa gente ho un rapporto veramente molto buono“.
Sulla squalifica in Europa: “Questa è stata una squalifica che mi ha fatto sentire bene dal punto di vista emozionale, come l’uomo che ha rappresentato il sentimento di tutti i romanisti. Cosa ha perso la squadra a causa della squalifica? Poco, perché abbiamo uno staff tecnico con cui si lavora benissimo. Ci capiamo benissimo, loro sono capaci di entrare nel mio cervello e sapere cosa penso io in un determinato momento. Le partite le hanno preparate, c’è stato un disastro a Praga, però i nove punti significano quasi qualificazione. Tornare significa gioia, la mia gioia, il mio habitat naturale: a me non piace andare in uno stadio per non essere in panchina, perché è qui che devo stare, è qui che mi sento felice, è qui che non sento la pressione, è qui che vivo. Stare fuori, là sopra, ti permette di avere una visione ottima durante e dopo la partita, di analizzare, ma non fa per me. Non mi piace neanche andare a guardare partite in cui non sono coinvolto direttamente, perché la mia vita è qua”.
L’aneddoto sulla millesima gara della carriera e sulla gara contro il Venezia prima di Tirana: ”Questa tribuna è bella anche da vuota. Sono venuto qua due volte, una nella mia millesima partita, quando El Shaarawy ha segnato col Sassuolo. Io avevo una grande paura di perdere quella partita, perché se perdi la numero 300 o 400 te lo dimentichi dopo una settimana. Invece la partita numero mille te la ricordi per sempre, io ce l’avevo in testa, non la potevo perdere. La partita è andata in una direzione tale per cui si poteva vincere, perdere e pareggiare…una partita pazza, negli ultimi minuti. Quando abbiamo segnato ho perso un po’ la testa e sono venuto qua sotto (indica gli spalti, ndr)”.
E l’altra volta? “Prima della finale di Tirana, quando abbiamo giocato l’ultima in casa con il Venezia. Siamo venuti tutti qua, sono venuto con un’emozione diversa, avrei quasi voluto prendere un microfono per dire ‘andiamo a Tirana per voi’. Questa gente è fantastica, io quando mi chiedono quale sia la tifoseria più fantastica mai avuta, io posso dire di averne avute tante bellissime, dall’Inter al Real Madrid, al Chelsea. Ma quando qui al novantesimo perdi con il Lecce, la curva è piena e la gente continua a sostenere la squadra. La Roma perde a Praga giocando in modo orribile, in un altro club alla partita successiva la gente sarebbe venuta per fischiare, o non sarebbe venuta… qui ok che c’era il derby, ma eravamo in trasferta e non sembrava. Questa gente è incredibile”.
Sull’Udinese: “Sarà una gara molto dura. L’Udinese è una squadra che difende con molti giocatori e brava a ripartire velocemente in contropiede. Mi è piaciuto vedere la partita dei bianconeri contro l’Atalanta, hanno vinto una grande gara contro il Milan che nessuno si aspettava. Roma-Udinese sarà dura, dura, dura”.